lunedì 9 agosto 2010

Trends: Quali stili funzionano sui mercati azionari - Parte 1

Inauguriamo questa nuova rubrica, Trends, all'interno della quale andrò periodicamente ad analizzare il comportamento dei vari stili di investimento, in modo da individuare quali dinamiche hanno mosso / muoveranno i mercati azionari.
Questo tipo di analisi costituisce la base sulla quale verrà costruito il secondo modello che vi andrò a proporre in autunno, il modello Dynamic, che cercherà di individuare questi trend e di cavalcarli, andando a selezionare i titoli che proprio da questi trend potranno trarre vantaggio.

Questo mese ci appoggieremo ad una apposita ricerca pubblicata qualche giorno fa dagli analisti di Royal Bank of Scotland. 

Cominciamo con l'analizzare a grandi linee la performance dei vari stili di investimento sui diversi mercati azionari nel corso del primo semestre 2010.
La tabella sottostante riporta infatti gli Information Ratios calcolati per ciascuno stile di investimento e per ciascun mercato geografico.
L'Information Ratio è un indicatore statistico calcolato come:
Excess Return Medio Generato dallo Stile   /   Dev. Std. dell'Excess Return

  • Gli stili con un elevato excess return sono, quindi, quelli che hanno generato considerevoli extra-rendimenti, che a loro volta si sono mantenuti stabili nel corso del semestre.
  • Gli stili con un excess return negativo sono, invece, quelli che hanno generato considerevoli extra-rendimenti negativi, che si sono mantenuti stabili nel corso del semestre.
  • Gli stili con un excess return prossimi allo zero sono, infine, quelli che hanno generato extra-rendimenti non signigicativi, o la cui performance è stata caratterizzata da un'elevata volatilità (presenza di mesi con performance positive alternati a mesi con performance negative)


Possiamo trarre alcune conclusioni:
  1. Il primo semestre si è caratterizzato per una elevata avversione al rischio, come dimostra l'elevato information ratio degli indicatori di profittabilità e l'information ratio negativo degli indicatori di rischio. Con l'aggravarsi dei timori sul debito sovrano europeo ed i timori sul rallentamento della crescita economica americana, gli investitori hanno quindi abbandonato le scommesse più speculative e si sono spostati su titoli più solidi, caratterizzati da maggiore profittabilità e minor grado di rischio.
  2. Passando, invece, al classico confronto tra titoli Value (ossia con valutazioni interessanti) e titoli Growth (ossia ad elevati tassi di crescita), possiamo notare come lo Stile Value abbia avuto un andamento molto contrastato tra i diversi mercati, con performance discrete in Giappone e Stati Uniti e performance negative in Europa. Gli indicatori di tipo Growth hanno invece generato performance tipicamente positive, in particolare in UK e nei Mercati Emergenti.
  3. Con l'eccezione dell'Europa. gli indicatori di tipo Momentum, sia a breve che a medio/lungo termine, hanno mostrato un elevato grado di volatilità nelle loro performance, con l'alternarsi di mesi ad alpha positivo e mesi ad alpha negativo. Il loro Information Ratio è stato pertanto in genere molto contenuto.
  4. Con le eccezioni di US e Giappone, le EPS Revisions (ossia le variazioni nei giudizi espressi dagli analisti fondamentali sugli utili attesi), hanno fatto segnare performance abbondantemente positive, con Information Ratios particolarmente elevati in Europa.
(continua...)

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