mercoledì 1 dicembre 2010

Trends: Aggiornamento novembre 2010

Riprendo con questo post la rubrica Trends, all'interno della quale andiamo periodicamente ad analizzare il comportamento dei vari stili di investimento, in modo da individuare quali dinamiche stanno muovendo i mercati azionari.

Avendo in questi mesi costruito un database personale, a partire da questa occasione le analisi saranno targate al 100% EquityScreening. In questo modo gli stili ed indicatori saranno coerenti con quelli utilizzati per i modelli di screening. Compatibilmente con il tempo libero, conto di effettuare un aggiornamento di Trends su base mensile. Ritengo infatti che possa essere uno strumento utile ai lettori del blog sia in termini di performance attribution (capire cosa ha determinato la performance passata di un titolo, di un portafoglio, di un fondo), sia in ottica prospettica.

Come detto, gli stili e gli indicatori analizzati sono gli stessi impiegati (con le modalità diverse di cui abbiamo già parlato) nei modelli Classic e Dynamic. I grafici seguenti mostrano la performance negli ultimi 4 mesi dei singoli indicatori (linee tratteggiate) e dello stile nel suo complesso (linea nera continua).

VALUE: lo stile privilegia i titoli a buon mercato, ossia con valutazioni interessanti rispetto a diverse grandezze di bilancio e di mercato:
Lo stile mostra nel suo complesso una performance leggermente negativa, che si aggrava nelle ultime settimane. Appare evidente, in ogni caso, una notevole dispersione tra alcuni indicatori flat o positivi ed altri (i classici P/E e P/BV in particolare) fortemente negativi.



PROFITABILITY: lo stile privilegia le società con una consolidata capacità di produrre utili elevati:
Anche lo stile Profitability mostra un andamento complessivo leggermente negativo. In questo caso, però, possiamo individuare un inizio fortemente positivo durante il mese di agosto, in cui la situazione di incertezza sui mercati azionari ha favorito i titoli con redditività e margini elevati. I mesi di settembre ed ottobre, caratterizzati da un forte ritorno della propensione al rischio, hanno visto penalizzato questo stile che, stranamente, non è riuscito a riprendersi durante un mese di novembre che ha visto un ritorno di forti tensioni sui mercati europei.



GROWTH: lo stile privilegia le società con elevati tassi di crescita storici o attesi per il futuro.
 In questo caso, sia che misuriamo la crescita a livello storico che lo consideriamo in chiave prospettica, lo stile si è dimostrato premiante negli ultimi mesi, con una particolare accelerazione registrata nelle ultime settimane.



RISK: lo stile privilegia titoli/società poco rischiosi sia dal punto di vista del rischio di mercato (beta e volatilità), sia sul piano operativo (stabilità dei risultati di bilancio negli anni) e finanziario (livello di indebitamento).
L'andamento degli indicatori di Market Risk ricorda molto quello degli indicatori di Profitability: ad un avvio positivo in agosto, quando le tensioni sui mercati hanno avvantaggiato i titoli difensivi, sono seguiti  infatti mesi di difficoltà in un contesto di generale ottimismo. Anche in questo caso, sorprende come lo stile abbia continuato a soffrire nelle ultime settimane, nonostante un forte ritorno dell'avversione al rischio.
Avversione al rischio che ha, invece, favorito nell'ultimo mese i titoli a rischio finanziario ed operativo contenuto (vedi secondo grafico).



SIZE: lo stile privilegia i titoli ad elevata capitalizzazione rispetto alle small cap.
Andamento sostanzialmente piatto per questo stile, che mostra una scarsa significatività, ossia un peso molto ridotto nel determinare le performance dei titoli europei. Solo nelle ultime settimane, l'avversione al rischio ha portato gli investitori a privilegiare le società di dimensioni più elevate a discapito delle più piccole. 



MOMENTUM: si tratta di uno stile composito, che da un lato privilegia i titoli con un Momentum a medio/lungo termine positivo (ossia i titoli con una performance relativa positiva su un orizzonte di 6/12 mesi), da un altro lato privilegia le società le cui stime future siano state recentemente riviste al rialzo dagli analisti, e da un altro lato ancora privilegia le società con un Momentum a breve termine negativo (ossia i titoli con una performance relativa negativa su un orizzonte di 1 settimana / 1 mese, visti come possibili outperformers nelle settimane successive in un'ottica di Mean Reversion).
E sono chiaramente questi i fattori determinanti se si vuole spiegare l'andamento dei mercati azionari negli ultimi mesi.
Da una parte i fattori di L/T Momentum e di Estimates Revisions mostrano un andamento fortemente positivo, con rari e marginali momenti di inversione.
D'altra parte, i fattori di Mean Reversion di breve termine mostrano una performance fortemente negativa, sintomo di una tendenza dei titoli europei a mostrare un elevato Momentum anche su orizzonti temporali più brevi.


Considerazioni conclusive
L'analisi degli stili da ci permette di capire come le difficoltà incontrate nelle ultime settimane dal Modello Classic possono essere in buona parte spiegate dalle performance negative degli stili Value, Profitability e Market Risk. Privilegiare i titoli con basse valutazioni, elevata redditività e basso beta non sta al momento pagando.
D'altra parte, l'andamento dei diversi indicatori ci permette di capire ed interpretare le scelte operate per il mese di dicembre dal Modello Dynamic, che premia gli stili Growth, M/L Term Momentum ed Estimates Revisions e penalizza invece gli stili di Profitability, Market Risk e Short Term Mean Reversion.

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